Rotaliana e Paganella
Dalle cime dei monti si possono apprezzare scorci a volo d'uccello sull'intera Piana. Vigneti e frutteti assolati si estendono dalle colline al letto del fiume Adige e ne disegnano il paesaggio, mentre i borghi di campagna sono caratterizzati da palazzi nobiliari e chiesette. In Rotaliana, cultura ed enogastronomia si fondono armonicamente grazie agli attori principe del territorio: gli agricoltori del posto, che con fatica, impegno e sano orgoglio coltivano uva e mele di assoluta qualità.
Produzioni tipiche
Dalle viti della Piana nascono anche il Trentodoc metodo classico, vino bianco che segue la rifermentazione in bottiglia, e il Pinot, le cui uve dalla buccia di colore ramato sono prodotte in particolare nella zona più settentrionale, al confine con l’Alto Adige/Südtirol. Non mancano poi le grappe, che gli agricoltori producono artigianalmente distillando la vinaccia, da sorseggiare all'ombra delle pergole dopo una lunga giornata di lavoro o semplicemente al termine di una bella escursione. Tipico di questa zona è anche l'asparago di Zambana, tenero e privo di fibre, che viene raccolto a mano in primavera nel rispetto della tradizione e dei disciplinari del marchio Trentino. Ultime ma non ultime le mele, con le classiche Golden e le tradizionali Red Delicious, dal colore rosso brillante.
Tra vino e storia
La Piana Rotaliana è un vero e proprio paradiso del vino. Persino Goethe lo indicò come “il giardino delle viti”, mentre Cesare Battisti lo definì “il giardino vitato più bello d'Europa”. Il nome di questa terra è indissolubilmente abbinato al principe indiscusso delle tavole contadine e dei calici dei degustatori più attenti, il Teroldego Rotaliano. La presenza di questo vino rosso doc è documentata fin dal Trecento, ma alcune testimonianze risalgono addirittura al 200 dopo Cristo. La prima occasione in cui questo vino rosso, che nasce da uve autoctone, acquisì fama internazionale, fu il Concilio di Trento (1545-1563). Apprezzato dai cardinali, il suo nome finì addirittura nelle cronache dell'epoca. Non a caso, proprio nel cuore della Rotaliana si trova il prestigioso centro di ricerca e sviluppo della Fondazione Mach.