La birra e gli abbinamenti
Birra scura ad alta fermentazione dal colore bruno con riflessi rubino, La Werra è una Brown Porter caratterizzata da un profumo con note di cioccolato e leggero caffè. Piena e vellutata al palato, sono il cioccolato e il caffè i sentori principali, con spazio al cacao e ai cereali tostati derivati dal malto. Il finale è piacevolmente dolce.
STILE: Brown Porter
ALCOL: 5,2% Vol
COLORE: Scuro
TEMPERATURA: Servire a 8 - 9°C
Le note di cioccolato e caffè rendono La Werra perfetta in abbinamento con i salumi affumicati, al roastbeef e alla selvaggina. Da provare accompagnata a speck e pane nero. La sua dolcezza mitiga il gusto deciso del pesce affumicato ed esalta la delicatezza dell'ostrica. Accostando per concordanza, optare per formaggi dolci e cremosi. La Werra dà il meglio di sè con i dolci a base di cioccolato, come un tortino al fondente dal cuore caldo e morbido.
Il territorio
Durante un lungo viaggio verso casa, un pastore ed il suo gregge si trovarono sul ciglio di un burrone, impossibilitati a proseguire senza mettere a rischio la propria vita, così come a tornare indietro. In preda alla disperazione, il pastore si appellò ai santi in paradiso, ma ricevette risposta dagli inferi. Un orco sbucò e ascoltò il disperato appello del giovane, che lo pregava affinché rendesse possibile il passaggio a lui e al suo gregge. L'orco acconsentì, a patto che il pastore gli desse quanto di più caro possedesse: la sua anima. Il giovane, suo malgrado, non poté che accettare la proposta del mostro. Un massiccio ponte in pietra unì le scoscese estremità del burrone, creando un passaggio che salvò la vita al pastore e al suo gregge. Tornato al suo ovile e messe in salvo le pecore il pastore errante abbandonò la valle e di lui non si ebbero più notizie...
In una forra molto stretta sopra l'abitato di Ospedaletto si staglia il Ponte dell'Orco, una spettacolare opera naturalistica difficilmente descrivibile a parole. Tra i più grandi ponti rocciosi naturali in Italia, quest'arco di roccia misura oltre settanta metri in lunghezza e quattro metri e mezzo in larghezza, con un'altezza di cinquanta metri dal suolo. Le sue origini di imputano ai crolli successivi della volta di un profondo "covolon", una grotta aperta verso l'esterno, dovuti ai fenomeni carsici che hanno interessato l'isolata mole del Monte Lefre. Il fascino e l'imponenza di quest'architettura naturale è tale da aver generato la leggenda del pastorello.