Valle dei laghi
Specchi d’acqua lacustri che impreziosiscono un paesaggio di origine tettonica, modellato dal lavoro degli antichi ghiacciai, a volte dolce e a volte severo, in cui i rigori alpini sfumano progressivamente verso le note mediterranee del Lago di Garda.
Produzioni tipiche
Un microcosmo adagiato fra Trento e l’Alto Garda. La Valle dei Laghi prende il nome dalla sua ricchezza di specchi d’acqua lacustri: Lamar, Terlago, Toblino, Santa Massenza, Cavedine, Lagolo i principali.
La vegetazione che possiamo trovare va da quella alpina dei pendii del versante sud-occidentale del Monte Bondone a olivo, faggio, leccio e i vigneti di nosiola e a bacca bianca in genere. Oltre ai laghi, da Sarche verso il Garda la valle è solcata dal fiume Sarca, immissario del grande lago. La storia geologica qui si fa scoprire attraverso le Marocche di Dro, una spettacolare frana di epoca post-glaciale o le Marmitte dei Giganti di Vezzano, con sentiero geologico.
Intorno al Lago di Santa Massenza si produce grappa e si coltiva un cavolo broccolo tradizionale. Nella zona di Dro le famose e gustose susine dolci, di forma ovale e di media pezzatura, con polpa sfumata dal giallo al verde. Si tratta di prugne Dop, raccolte rigorosamente a mano tra agosto e settembre.
Castelli e vigneti
I castelli di Toblino, romantico, sull’omonimo lago, e di Drena appollaiato su un balcone sporgente sulla valle, raccontano della storia della Valle dei Laghi. Che è stata capace di sfruttare l’energia idroelettrica, puntare sul turismo dell’arrampicata sulle pareti zebrate di Pietramurata, valorizzare i suoi centri abitati, vicini a Trento, al Garda e alle Dolomiti di Brenta.
L’agricoltura regala frutti prelibati: l’uva, le olive, le susine, il broccolo. Vanto enologico della Valle dei Laghi è il Vino Santo, una delle più nobili espressioni della vitienologia trentina. Santo, perché? Ci sono più spiegazioni. Il suo utilizzo come vino da messa, la pigiatura delle uve che avviene nella Settimana Santa. Il microclima tra Garda e Alpi è il segreto dell’alta qualità di questo prodotto, frutto della sapiente lavorazione in cantina. L’Ora del Garda e il Pelér sono i venti che accarezzano gli acini. Una brezza asciutta e costante, che favorisce i processi di appassimento delle uve del vitigno autoctono Nosiola.
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